7ª domenica “per annum” – C

 

La proposta “straordinaria” che Gesù ci fa oggi e che va oltre ogni buon senso umano è inserita all’interno di un atteggiamento di ascolto. “A voi che ascoltate”, dice Gesù prima di iniziare. Senza l’ascolto, e quindi l’accoglienza, della sua Parola di grazia, viva e operatrice di prodigi, nessun uomo può realizzare l’amore per i nemici, per quelli che ci odiano, o che ci maledicono, oppure che ci trattano male. Possiamo amare oltre ogni misura umana solo se – come Pietro qualche domenica fa – sappiamo anche noi ripetere e vivere la sua dichiarazione di fede: “Sulla tua parola getterò le reti”. Non ci stupiamo, dunque, se noi cristiani tanto spesso ci comportiamo in maniera distonante rispetto al Vangelo, alla proposta di Gesù: tanto spesso abbiamo smarrito la sua Parola e non le abbiamo dato credito a sufficienza. Quanti, però, obbediscono alla sua Parola, sono capaci di atteggiamenti rivoluzionari, come quelli descritti nel Vangelo: offrire la guancia a chi ti ha percosso l’altra, dare la tunica a chi ti ha strappato il mantello, prestare senza pretendere alcunché, ecc.

Ma la proposta di Gesù è possibile anche per un’altra ragione: “Siate misericordiosi, come il Padre vostro è misericordioso.“. Se aderiamo a un Dio misericordioso, non possiamo che vivere praticando la misericordia, perché egli stesso ce la trasfonderà. Essere misericordiosi è possibile perché Dio è misericordioso e ci dona la forza di realizzare quello che ci chiede. Diceva, infatti, Sant’Agostino: “Dammi, Signore, quello che mi chiedi e poi chiedimi quello che vuoi“. Ritenere, dunque, impossibile la proposta di Gesù, ritenerla impraticabile, snobbarla perché irrealizzabile è mancanza di fede, è non credere a quanto detto da Paolo nella seconda lettura odierna: “Come eravamo simili all’uomo terreno, così saremo simili all’uomo celeste“.

Una tentazione a due facce si annida in noi quando ascoltiamo una pagina del Vangelo così provocatoria, quella anzitutto di pensare che non si rivolga a noi Gesù, ma si rivolga agli altri. E queste parole le prendiamo come spada contro gli altri. In realtà, sempre la parola di Dio è per me che sono qui ad ascoltare, prima di tutto! Prima è necessario che io permetta alla sua Parola di arare la mia anima e la mia vita; prima è necessario che aderisca sul serio alla sua proposta per fare della mia vita una realtà straordinaria ad immagine di Lui, che è l’uomo nuovo, l’uomo perfetto, l’uomo a somiglianza del Padre. Al tempo stesso (ecco la seconda faccia della tentazione), in nome della misericordia di Dio, nessuno può e deve giustificare i propri comportamenti che nulla hanno a che fare con il Vangelo. Non perché Dio è misericordioso e ci chiama a praticare la misericordia, noi possiamo approfittare per comportarci secondo gli istinti e le passioni, che spesso animano il nostro cuore. La misericordia è un caso serio! “Il Signore renderà a ciascuno secondo la sua giustizia e la sua fedeltà“.

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