3ª domenica di Pasqua anno C

Il lungo racconto evangelico che abbiamo accolto quale Parola del Signore in questa terza domenica di Pasqua ancora una volta ci ha narrato di una manifestazione – la terza – del Signore Risorto ad alcuni dei suoi discepoli, raccolti intorno al mare di Tiberiade, mentre erano intenti a pescare, ma invano. Nella notte del fallimento, mentre i discepoli sono sconsolati e, non avendo preso nulla, temono di aver perso tutto, Gesù si rende presente e intraprende con loro un dialogo che li condurrà alla speranza, alla gioia, alla vita. A leggere con attenzione il brano s’intravedono tre momenti significativi per la chiesa e i credenti di tutti i tempi.

 

Un primo momento è rappresentato da Pietro che si getta in acqua e va incontro al Signore. Questa immagine ricalca il battesimo: l’uomo vecchio, appesantito dal suo peccato, si immerge nelle acque salvifiche per emergere ad una vita nuova. L’emersione dalle acque ci ridona Pietro come uomo nuovo, purificato e sanato dal suo peccato. Nel battesimo tutti siamo stati salvati e resi creature nuove, in virtù di Cristo che ci ha chiamati a sé e ci ha rivestiti dell’uomo nuovo. Non c’è peccato – grave quanto sia – che non possa e non debba essere purificato, perché egli desidera che “tutti gli uomini siano salvi”.

 

In seconda battuta Giovanni ci narra che i discepoli “scesi a terra, videro un fuoco di brace con del pesce sopra, e del pane”. Gesù aveva preparato per i suoi un banchetto improvvisato, ma chiaro riferimento al banchetto dell’eucarestia, memoriale della sua morte e risurrezione. Chi è divenuto nuova creatura in Cristo mediante il battesimo è invitato a sedere alla sua mensa, dove egli ci nutre e noi possiamo crescere sempre più fino a raggiungere la statura di Cristo stesso. Nell’eucarestia, infatti, ci nutriamo del Corpo e Sangue di Cristo per diventare proprio Colui di cui ci nutriamo. La nostra “veste battesimale” rimarrà sempre piccola se di domenica in domenica non mangiamo il cibo dei forti, il pane della salvezza, il farmaco dell’immortalità.

 

Infine nel dialogo tra Gesù e Pietro possiamo cogliere un riferimento al Sacramento della Confermazione. In questo sacramento Dio ci conferma il suo amore, donandoci l’abbondanza del suo Spirito e inviandoci come missionari nella vita, ognuno con il suo carisma e il suo ministero. E noi pure confermiamo nello stesso Sacramento la nostra adesione, convinta e consapevole, a Cristo. Nel racconto, per ben tre volte assistiamo ad una conferma, accompagnata da una missione. Gesù, chiedendo per tre volte, quante furono le volte in cui Pietro rinnegò il Maestro, chiedendo – dicevo – se Pietro lo amasse, da una parte egli conferma il suo amore, che non è venuto meno, nonostante il tradimento di Pietro, dall’altra egli chiede di confermare il suo amore per Lui. Quindi, gli affida la missione, propria di Pietro, di condurre il gregge di Cristo, che è la Chiesa.
Battesimo, Eucarestia e Confermazione: tre sacramenti che ci rendono simili a Cristo, il Risorto, l’Agnello immolato, per essere suoi testimoni nel mondo e nella vita.

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