Scegli l’Europa in cui vuoi vedermi crescere, scegli il futuro

Scegli l’Europa in cui vuoi vedermi crescere, scegli il futuro

Le prossime elezioni europee sono indiscutibilmente legate a filo doppio con l’andamento delle politiche nazionali.
Dai sondaggi di opinione condotti nelle ultime settimane da agenzie demoscopiche specializzate, emerge che il voto di fine maggio sarà una sorta di referendum camuffato, sulla spinosa questione dell’immigrazione.

I votanti sono ansiosi sul responso che potrebbe uscire dalle urne.

Si potrebbe creare, o forse dilatarsi ancor di più, la frattura già apertasi da qualche anno, tra l’area centrista e moderata, egemonizzata dall’asse franco-germanico, da sempre fautore dello status-quo e l’area estrema, del nuovo blocco orientale del continente europeo, altrimenti noto come blocco di Visegrad, capeggiato dal primo ministro ungherese, che vorrebbe, invece, lo smantellamento di quanto faticosamente costruito finora dagli statisti europei.

Certo il filo conduttore che accomuna tutti i paesi del vecchio continente è che, comunque andranno le votazioni, esse sanciranno il tramonto o la fine dei cosiddetti partiti tradizionali, che nel corso dei decenni passati non hanno mai voluto intraprendere azioni centrifughe ed estremiste ma, tendenzialmente, si sono attestate su una posizione eurocentrica, molto moderata ed ancorata al grande centro, alcune volte strizzando l’occhio verso i partiti di destra e alle loro rivendicazioni, altre volte con quelli di sinistra.

Questo clima di incertezza dovrebbe, molto probabilmente, far incrementare i consensi delle forze più o meno euroscettiche, per usare un termine riassuntivo e calzante, con cui descrivere l’attuale situazione politica europea.

A fare da freno a questa deriva,  potrebbe essere l’indecisione più assoluta, l’apatia ed il senso di estraneità o della mancata appartenenza, che solitamente accompagnano gli animi dei votanti, le settimane prima del voto per le Europee.

Il risultato che uscirà dal voto potrebbe, quindi, essere tutt’altro che scontato, sia sul fronte partecipativo che su quello della ripartizione dei consensi.

I partiti velatamente euro-scettici, tuttavia, data l’importanza della posta in gioco, non sembrerebbero voler andare a rottura con le istituzioni sovranazionali; piuttosto mirerebbero a rivedere e riformare l’Europa dal suo interno, comodamente seduti sulle poltrone dell’Europarlamento.

Obiettivo principale di questo blocco politico, come detto in premessa, è organizzare e disciplinare meglio il flusso migratorio proveniente dal Mediterraneo e non solo, oltre che far recuperare  margini di autonomia alle proprie istituzioni nazionali.

Nessuno vuole rinunciare all’Europa, si veda ad esempio, il disperato tentativo inglese di non uscire dall’Europa, tornando nuovamente ad esprimersi, a distanza di quasi tre anni, dal referendum per la Brexit; la pluralità degli oltre 300 milioni di elettori europei ha ancora fede nel grande progetto politico, come  sognato e voluto dai padri fondatori dell’UE, ma, ciononostante, ci si sente in qualche modo irrigiditi ed impotenti, a causa delle norme e direttive europee, che spesso appaiono molto stringenti.

In Italia,  in particolare,  le elezioni europee, essendo collegate per evidenti esigenze di spesa corrente alle elezioni comunali, anche di grandi città metropolitane, vengono avvertite come una sorta di test, un banco di prova per  testare l’indice di gradimento sulla condotta del governo attualmente in carica,  o viceversa, per dimostrare alle forze politiche al potere, un motivo di dissenso o affievolimento del proprio sostegno popolare.

In questo clima di grande disinteresse si mostra molto interessante e sorprendente l’iniziativa, voluta direttamente da Bruxelles, di lanciare una campagna informativa, denominata significativamente “StavoltaVoto”, diretta conseguenza della scarsissima affluenza al voto,  della passata tornata elettorale per le europee del maggio 2014.

Questa campagna di sensibilizzazione, quindi,  mira a far capire al singolo cittadino, e ancor di più ai giovani e giovanissimi cittadini europei, l’importanza del voto.

Tendenzialmente in Italia aleggia un’astratta sfiducia negli organi istituzionali europei, in quanto percepiti come molto distanti dal proprio mondo quotidiano, l’Europa viene considerata del tutto avulsa dalla realtà nazionale.

L’obiettivo che si pone l’Unione Europea con questo progetto, quindi, è stimolare gli italiani e non solo, giovani e non, a prender dimestichezza e consapevolezza con una democrazia “informata” e non passiva e disillusa.

Occorre, in estrema sintesi, sprovincializzare le elezioni europee, occorre avere una visione ben più aperta rispetto a molti adulti, imparando a ragionare meno in termini provinciali e più a livello continentale;  in definitiva, il voto europeo non può più continuare ad essere la sommatoria di 27 voti nazionali.

A tal proposito, molto significativo ed in linea con l’egemonia conclamata raggiunta dai social network nella vita delle giovani generazioni, è il bellissimo, quanto emozionante, cortometraggio dal titolo “Scegli il tuo futuro” firmato dal regista francese Frédéric Planchon, autore pluripremiato di vari spot pubblicitari, che è stato ingaggiato dall’Unione Europea per girare un breve video, finalizzato ad incoraggiare il voto in occasione delle prossime elezioni europee del 23-26 maggio 2019.

Viene riprodotto il prodigioso momento della nascita di un bambino, in rapida successione, all’interno di svariati contesti sociali, geografici oltre che etnici, viene sottolineato attraverso delle immagini girate con presa diretta,  l’ingresso di neonati nel mondo, fragilissimi eppure capaci di creare attorno a loro unità e rinnovamento.

Le immagini scorrono ovattate, suscitando molta emozione, mentre la voce narrante di una ragazzina, afferma testualmente che: “si dice che nasciamo soli, non è così” e poi aggiunge, stimolando il senso di responsabilità dei lettori che: “ognuno di noi, può lasciare  un segno, ma tutti insieme possiamo fare la differenza”.

In fine conclude, quasi sfidando e guadando negli occhi l’elettore: “scegli l’Europa in cui vuoi vedermi crescere, scegli il futuro”, a significare che le prossime elezioni europee  determineranno la direzione futura dell’Unione europea.

 

Francesco Ranieri

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