21ª DOMENICA “per annum” – B

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Gesù è il Signore! Ma… un Signore contestato, rifiutato perché la sua Parola, che dà vita, è dura, anzi scandalizza!
Il racconto evangelico, risuonato in questa domenica quale Parola del Signore, è la conclusione del discorso di Gesù sul pane di vita e segna la cosiddetta “crisi galilaica“. Gesù, che fino a quel momento era stato seguito, apprezzato, osannato, ora diventa “scomodo“, inaccettabile, ora viene rifiutato e abbandonato, e non già dalla gente che lo aveva seguito per via del pane, condiviso e moltiplicato, ma da “molti dei suoi discepoli“, quindi proprio dei più vicini, da quelli della sua cerchia: proprio costoro non riescono a reggere il confronto con la sua Parola, che, sì, genera vita, ma al contempo denuncia le tenebre presenti nei cuori e perciò diventa “dura“.
È davvero attuale questa Parola di Gesù! Quanto spesso noi discepoli di Gesù voltiamo le spalle a Lui, perché vivere il suo Vangelo fino in fondo sarebbe un rischio, una “perdita“ secondo il buon senso, un fallimento agli occhi e secondo la logica del mondo. In queste ore molti cittadini italiani ed europei, pur professandosi cristiani, barattano il Vangelo con i populismi del momento che hanno sdoganato il peggio di molti. Spesso ci ritroviamo a rinunciare alla fedeltà al Vangelo quando nei meandri del quotidiano risulta impopolare la parola di Gesù.

La domanda, per certi versi provocatoria, di Gesù agli apostoli: “Volete andarvene anche voi?“ manifesta la libertà di un uomo e di Dio, che non ha paura di perdere nemmeno i più fidati compagni, anzi li provoca ad una scelta ancora più consapevole, anche se questa scelta potrà comportare un indirizzo diverso.
Anche a noi è rivolta a questa domanda oggi! Anche noi siamo provocati a fare una scelta, a prendere posizione, a non vivere nel limbo o con due piedi in una scarpa. Essere cristiani comporta il vivere una differenza, proprio come il sale che in una pietanza fa la differenza. Vivere secondo il Vangelo, anche quando questo è scomodo, questo significa credere in Gesù. La fede – lo ribadiamo – non è un pio sentimento, ma una sequela, la sequela di Cristo che chiede la rinuncia a se stessi, ai propri egoismi e alla propria autoreferenzialità.

La risposta di Pietro ci rincuora. Proprio colui che nei Vangeli risulta essere quello che fa più fatica a stare dietro a Gesù, proprio Pietro risponde a quella provocazione con una professione di fede stupefacente: “Da chi andremo? Tu hai parole di vita eterna”. Chi ha incontrato veramente Gesù e ne ha sperimentato profondamente la bellezza e il fascino, nonostante le proprie imperfezioni, non potrà fare a meno di essere dov’è il Maestro. Gesù non è una dottrina, ma una Persona che esercita un’attrazione, che, se accolta, conduce ad una comunione di vita e di sorte. Il Signore possa trovare in mezzo a noi, in mezzo al nostro popolo, ancora tanti discepoli disposti a maturare la scelta di un’adesione incondizionata e consapevole al Santo di Dio, Gesù nostro Signore.

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